Una madre fuori dai generi, una sorella gemella, un’amica del cuore e un bellissimo compagno di scuola dal cuore di ghiaccio… Esce finalmente in traduzione italiana un premiato romanzo di categoria “young adult” che racconta il primo amore di un adolescente gay.
Immagine dal film “Die Mitte der Welt” di Jakob M. Erwada
Considerando lo scorrere del tempo in “anni LGBT” per commentare l’uscita in libreria del romanzo Il centro del mondo di Andreas Steinhöfel (ed. La nuova Frontiera, pp. 442. euro 18,50), celebre autore tedesco gay dichiarato di libri per bambini e letteratura young adult, viene decisamente da esclamare: “Meglio tardi che mai”.
Questo bestseller, infatti, fu pubblicato in Germania nel 1998, quindi ormai svariate ere geologiche arcobaleno indietro. Per esempio da loro la Gesetz über die Eingetragene Lebenspartnerschaft, l’istituto giuridico delle unioni civili entrò in vigore l’1 agosto 2001 (la legge Cirinnà è del 2016), mentre il matrimonio egualitario è legge dal 2015.
In Italia il film da cui è stato tratto nel 2016 diretto dal regista Jakob M. Erwada, pieno di esplicite e passionali scene di sesso tra i due protagonisti maschi, vinse il premio della giuria al 14° Florence Queer Festival e fu proiettato l’anno successivo anche al 31° Festival MIX Milano di cinema gay lesbico e queer culture.
La ragione per mandare alle stampe nel 2022 questo grosso tomo probabilmente risiede nel fatto che il genere “YA” sta vivendo un’ondata di rinnovato entusiasmo tra il pubblico, non più composto solo dalla fascia di età compresa tra i 12 e i 18 anni. Quindi non tanto libri per adolescenti quanto storie in cui l’adolescenza sia protagonista, apprezzabili da qualsiasi età e da ogni tipo di lettore e lettrice.
Il centro del mondo racconta tante cose e la voce narrante è Phil, che impariamo a conoscere dal momento in cui la madre lo partorisce insieme alla sorella gemella Dianne al finire di un bosco in una notte buia e tempestosa. Sbarcata nella Germania rurale dagli Stati Uniti, minorenne e incinta di nove mesi, Glass arriverà in un retrivo paese nei cui pressi la sorella maggiore aveva acquistato una grande casa oramai fatiscente simile a un castello.
Pur se alternativa a modo suo è premurosa, e insegna ai figli a sapersi difendere dovendo volenti o nolenti vivere una vita “society non conforming”. Nei loro confronti la reazione principale della popolazione locale, denominata Piccola Gente, perciò sarà di emarginazione, cui seguiranno moralismo per lo sconfinato numero di uomini che frequentano la casa nottetempo, ma anche un episodio di bullismo da cui i figli usciranno vincitori sebbene più isolati dai coetanei, e non solo. La risposta di questa famiglia fuori dagli schemi, che vive l’assoluta libertà di essere come scudo protettivo, sarà al contrario di accoglienza incondizionata verso chiunque sia per qualsiasi motivo “diverso”.
Con lo scorrere delle pagine seguiamo Phil raggiungere i diciassette anni e sarà l’arrivo a scuola di Nicholas a rendere la trama interessante per una recensione come libro a tematica anche gay. Il romanzo, infatti, non racconta la scoperta della propria omosessualità perché Phil è serenamente conscio di esserlo, e la madre non fa una piega al riguardo. Quando lui aveva 12 anni lei lo ha solo messo in guardia sulle insidie dell’amore, sentimento da cui è sempre scappata più veloce di una lepre.
Al centro delle narrazioni young adult ci sono le questioni emotive legate alla giovane età: le cotte non ricambiate, l’amicizia, i conflitti con la famiglia, la scoperta del sesso, il bisogno di emanciparsi e di trovare la propria identità, e quanto a tutto questo ci si può correlare, come la gelosia e i suoi effetti che possono diventare devastanti, la voglia di scappare lontano…
Phil non maturerà finché non perderà la testa per il provocante Nicholas, episodio che segna il suo passaggio all’età adulta. Il primo amore non si scorda mai, perché spesso è quello che ti obbliga a fare i conti con la dura realtà delle cose. È un’esperienza magica che però fa evaporare l’ingenuità e ti rende volente o nolente una persona diversa.
Purtroppo per lui il loro primo rapporto sessuale, consumato nelle docce della palestra, sarà “così maledettamente… frustrante”, con l’oggetto del suo desiderio che si allontana dopo essersi sfogato. I campanelli d’allarme iniziano a suonare inascoltati, avvertendo che Nicholas non sarà un principe azzurro né si comporterà come tale. Gli incontri erotici saranno puramente fisici e lasceranno Phil emotivamente devastato e comprensibilmente disorientato su come sia meglio comportarsi.
In questo romanzo fiabesco, forse troppo, pubblicato prima che le vite dei maschi gay fossero ribaltate di sana pianta dall’arrivo di Grindr nel 2009, il peso dei pregiudizi anti-LGBT e la violenza omofobica rimangono sfocati sullo sfondo. Lo stesso coming out di Phil è meno importante, persino irrilevante, rispetto al suo percorso interiore alla ricerca di quel punto di equilibrio apparentemente impossibile fra tante immagini diverse di sé.
Se non fosse che a pagina 300 si scopre che il ricco Nicholas ha un’ormai inesistente macchina da scrivere elettrica, la storia potrebbe essere atemporale. Guardando però Il centro del mondo con un punto focale italiano e non tedesco, allora oltre che alla letteratura young adult esso appartiene anche al filone della fantascienza. Per esempio se la Gran Bretagna nel 2019 fu in grado di creare una serie televisiva di un’intelligenza straordinaria come Sex Education, da noi nel 2021 il DDL Zan non è stato in grado di trasformarsi in legge.
Sono infine d’accordo con un commento trovato in una recensione statunitense. L’enorme numero di pagine e l’andamento tortuoso della narrazione, soprattutto quando le parti più avvincenti sono troncate e si inseriscono flashback della travagliata vita di Phil bambino, permetteranno solamente al lettore adolescente più determinato di arrivare alla fine, quando i vari nodi della matassa si sbrogliano. Sono comunque sicuro che, chiuso il libro, penserà che leggerlo ne era valsa assolutamente la pena.