Se il primo amore non si scorda mai, alle persone LGBT a quest’appuntamento spesso si aggiunge il conflitto se tenere il sentimento soffocato, non tanto per eventuale timidezza bensì per logica assenza di coraggio di esprimerlo pubblicamente. In un cortometraggio prodotto in Italia, un regista rumeno propone la sua visione di questa comune esperienza.
È una storia in cui molti e molte di noi si ritroveranno, almeno quasi fino alla fine, quella che Marius Gabriel Stancu ha scelto di raccontare in È solo nella mia testa, la sua opera prima prodotta e distribuita da The Open Reel, agenzia che sostiene e sviluppa a livello internazionale il cinema indipendente, con un preciso occhio di riguardo per titoli a tematica arcobaleno.
Due amici che si conoscono dall’infanzia hanno caratteri molto diversi tra loro: Andreas è taciturno e diffidente, quanto Alessandro è espansivo e ottimista. Solitario e senza esperienze sessuali il primo, pieno di amici e già fidanzato da tempo con una ragazza il secondo.
Ora entrambi studiano all’università in città diverse, però trascorrono l’estate insieme dove sono nati, una località balneare che ogni anno si riempie regolarmente di turisti. Le vacanze sono quasi giunte al termine e la vita di tutti i giorni sta per riprendere. Andreas partirà a breve mentre Alessandro dovrà aspettare che la sua ragazza sbrighi delle faccende in famiglia per tornare con lei.
Prima di allontanarsi Andreas decide di fare un regalo ad Alessandro, e lascia nella cassetta della posta una busta piena di foto, che accompagna con una lettera molto sincera. La sua speranza è che Alessandro possa finalmente accorgersi dell’amore che ha sempre provato per lui, e magari sentirsi dire che è ricambiato. Il finale della storia è aperto, come l’orizzonte del mare in cui i due protagonisti si ritrovano prima dei titoli di coda.
Non è dato di sapere come evolverà la loro relazione, comunque in 17 minuti si dipana una storia piena di saudade, quel sentimento quasi indefinibile di nostalgia per qualcosa che si è amato e che si sa che non tornerà più. La canzone originale cantata da Lica Cecato Minha Mente, Somente (la mia mente, solamente), manifesta quest’atmosfera benissimo.
Andreas, infatti, ha trovato il coraggio di dire la sua verità e il suo coming out è un primo giro di boa che chiude per sempre una porta con la speranza che per lui si apra un portone. A posteriori si sa che il primo amore non si scorda mai per poi sposarne un altro, e questi passaggi esistenziali, indipendenti dalla specificità dell’orientamento sessuale, sono vissuti da Bucarest a New York da Buenos Aires a Tokyo sin dalla notte dei tempi. Gli amori platonici e quelli non corrisposti sono stati e sono tuttora fonte d’ispirazione artistica per poesie, musica, libri, ecc.
Una domanda che mi viene da porre, senza sapere chi può rispondermi, è se quando incontriamo una persona che ci attrae e che ci fa scattare una “cotta” o un “colpo di fulmine”, se tutto avviene davvero solo nella propria testa o, magari inconsapevolmente, anche il soggetto del desiderio ne è complice. Forse, come il regista secondo me indica, bisogna trovare la forza di far accadere le cose, di sparigliare le carte per cambiare l’andamento o la fine del gioco. Per arrivare a capire quali pagine di vita si possono scrivere sono meglio i rimorsi o i rimpianti? Come lessi nel cartiglio di un Bacio Perugina “Non c’è amore sprecato”, e penso sia una frase molto vera.
Marius Gabriel lavora come Festival manager dal 2018 a The Open Reel, agenzia che amplia la visibilità di quei lavori spesso non supportati da uno staff dedicato a sviluppare la loro circolazione a festival ed eventi e per quanto riguarda il loro posizionamento commerciale e le vendite. Gli abbiamo fatto alcune domande.
Cosa ti ha spinto a narrare questa storia come tua opera prima, e pur se conoscevi già bene l’ambiente, pensavi che avrebbe potuto ottenere tutti i riconoscimenti ricevuti come una così ampia partecipazione a più di 30 festival e un premio come Best LGBT Short Film?
Sono partito dal mio essere, da chi ero nella mia adolescenza, ma anche da chi continuo a essere ancora oggi. Ho sempre avuto difficoltà a esprimere i miei sentimenti, perlomeno a voce, e preferisco dimostrarli nei fatti. L’ispirazione è partita proprio da qui: volevo raccontare questa paura di esprimersi.
Sinceramente non mi aspettavo che È solo nella mia testa avrebbe partecipato a così tanti festival, tra cui il MIX di Milano e il Lovers di Torino. Pensavo potesse piacere, perché in fondo si tratta di una storia universale, ma pensavo anche che molti avrebbero detto: “È una storia commerciale…”, oppure “Già visto… Poco originale”. Io ho solo scelto il mio modo per esprimere una parte di me. Il mare per me significa libertà, ecco perché proprio in mare “il ragazzo etero” decide di accettare i sentimenti del suo amico Andreas.
Alla fine è andata bene perché a parte i festival il corto è stato distribuito in tanti paesi, è anche uscito in DVD in Francia e negli Stati Uniti, ed è disponibile su Amazon Prime Italia.
Claudio Segaluscio (Andreas) e Carmine Fabbricatore (Alessandro) sono due bellissimi ragazzi. Come li hai scelti e quali furono le loro reazioni quando lessero la sceneggiatura?
Ho deciso di scegliere loro già dalla fase dei self tape (un video provino che ogni agente e casting director richiede agli attori, N.d.R.). Non ho avuto tanti dubbi per quanto riguarda la valutazione e all’audizione finale sapevo che loro sarebbero stati i protagonisti, data la loro naturalezza nei confronti della sceneggiatura.
Hanno accolto il progetto e la storia in maniera incondizionata, abbiamo avuto modo di lavorare ai personaggi, di costruirli insieme in tre giorni di prove. Gli ho chiesto di essere Andreas e Alessandro nel modo più autentico possibile ed è quello che hanno fatto con grande rispetto ed empatia.
Un viaggio in Romania mi ha fatto scoprire l’incanto della tua nazione e il fascino della sua capitale Bucarest. Come vedi tu la vita LGBT là?
Negli ultimi anni la vita LGBT in Romania si è tanto evoluta e per esempio abbiamo anche Art200 Bucharest Queer Film Festival. Vi consiglio vivamente un viaggio nella nostra “Parigi dell’Est”. Certo il pregiudizio resta, soprattutto nelle idee manifestate da una certa minoranza che ancora crede e difende la famiglia “tradizionale”.
In questo senso, Coalitia pentru Familie, un’associazione di ONG volta a preservare la famiglia classica, ha raccolto nel 2016 tre milioni di firme per un referendum che chiedeva di cambiare la definizione di unione esistente “tra i coniugi”, neutrale dal punto di vista del genere, a una definizione più stretta rigorosamente “tra un uomo e una donna”. Alla fine alle urne si è presentato, e per fortuna, solo il 20% degli aventi diritto di voto, e questo è stato un segnale inconfutabile di una strada che sta andando verso il cambiamento.
Ci puoi parlare dei tuoi prossimi progetti?
Ho appena fino la post-produzione del mio secondo corto, intitolato L’anniversario, che ha per protagonisti Tobia De Angelis, Andrea Pittorino, Joseph Altamura, Stella Mastrantonio. Comunque, grazie anche alla fanbase che si è creata in seguito alla realizzazione di È solo nella mia testa, spero di poter sviluppare presto un lungometraggio in cui continuare a raccontare dell’amicizia tra Andreas e Alessandro.