Una città spagnola che non viene in mente subito come destinazione turistica LGBT ha, invece, molto da offrire per vivacità, attività culturali e tradizioni. Volutamente riluttante al turismo di massa, la terza città iberica più importante dopo Madrid e Barcellona accoglierà nel 2026 la dodicesima edizione dei Gay Games. Oltre la natia paella, a Valencia c’è proprio di più.

tutte le foto: © VisitValencia

 

Se penso a Orietta Berti e a Finché la barca va, di certo la sua canzone più famosa, e le associo in maniera ironica a Cristoforo Colombo e alle sue tre caravelle, il filo rosso che unisce tutto sarebbe proprio il capoluogo della Comunidad Valenciana. Furono i banchieri della città, infatti, a prestare il denaro a Isabella la Cattolica regina di Castiglia, per finanziare il viaggio in mare che cambierà per sempre il destino del mondo nel 1492.

Per imprevedibile sfortuna, la scoperta dell’America farà da capolinea al periodo aureo di Valencia, perché dopo secoli l’asse del commercio si sposterà dal mar Mediterraneo all’oceano Atlantico. L’esclusione del suo porto dalle nuove principali rotte marittime internazionali provocherà una forte diminuzione dell’attività mercantile, con conseguente perdita d’importanza politica e culturale per la città.

Ubicata a metà della costa occidentale iberica, Valencia è anche la culla del piatto tipico spagnolo per eccellenza insieme al gazpacho andaluso, vale a dire la paella. Già solo la possibilità di degustare la ricetta originale è un ottimo motivo per salire su un aereo e raggiungerla in un paio d’ore grazie ai voli low cost in partenza da moltissime città italiane.

Questa specialità povera perché di origine contadina, alla nascita prevedeva solo riso con verdure e carne come pasto da portarsi sui campi. La versione con i frutti di mare e il pesce è tollerata dai puristi come variante, ma il misto di carne e di pesce sappiate che è considerata roba da turisti.

Se seguite una dieta vegana la horchata de chufa è la bevanda vegetale tipica che spopola in tutti i bar e a ogni angolo. Non ha niente a che fare con la nostra “orzata” a base di latte di mandorle, in quanto la chufa è un tubero di colore marrone di forma e dimensioni simili a quelle di una nocciola, che cresce anche in zone dove le temperature sono molto estreme. In Sicilia è conosciuta con i nomi di zigolo, cipero dolce, babbagigi o mandorla di terra. La si degusta accompagnata dai fartones, dolci e soffici panini, nati esattamente per essere inzuppati nella tipica bevanda valenciana. Per chi preferisce bere qualcosa di più forte, invece, l’agua de Valencia è un cocktail a base di spumante, succo d’arancia, gin e vodka.

Le due anime della città, quella antica e quella moderna, non potrebbero essere più antinomiche. Al centro storico del distretto Ciutat Vella (città vecchia) comprendente i più importanti monumenti, si contrappone la Città delle Arti e della Scienza progettata da Santiago Calatrava, originario di Valencia, che l’ha così inserita nel gotha dell’architettura contemporanea.

In questo complesso e disposti su un percorso di circa 2 km si trovano Oceanogràfic, il più grande acquario d’Europa; un interattivo Museo delle Scienze adatto soprattutto a chi viaggia in famiglia con figli; Hemisfèric, la sala cinematografica e il planetario più grande d’Europa, un edificio simbolo che con la sua forma vuole rappresentare l’occhio umano. Questi hanno un ingresso a pagamento.

A ingresso gratuito, invece, Umbracle, una passeggiata panoramica da cui si possono ammirare gli edifici, i laghetti, i sentieri e i giardini; con ingresso a pagamento che varia in base agli eventi in corso il Palau de les Arts Reina Sofía e l’Ágora, enorme piazza coperta progettata per accogliere eventi di vario tipo, come congressi, esposizioni, eventi musicali e sportivi.

Dal 21 al 23 luglio è qui che si terrà il Diversity Valencia Festival che includerà concerti con star del calibro di Christina Aguilera, icona gay del mondo “latinx”, e LP cantautrice lesbica dichiarata di origine italiane e dalla straordinaria voce, che fu anche ospite nel 2017 al festival di San Remo co-diretto da Carlo Conti e Maria De Filippi e in uno dei concerti di Elisa all’Arena di Verona per celebrare i suoi venti anni di carriera.

Dal rock al pop passando per indie, urban ed elettronica ogni generazione (Iggy Pop) e angolo geografico (Phum Viphurit da Bangkok), il line up comprenderà anche la compositrice transgender Ezra Furman, mentre l’Italia sarà rappresentata dai Måneskin in partenza di seguito per un tour negli Stati Uniti.

Facendo un salto indietro tra vari secoli, i fiori all’occhiello sono la cattedrale dedicata a Giacomo I e all’Assunzione di Santa Maria, le cui mura proteggono il Sacro Calice usato da Gesù durante l’ultima cena e altri gioielli artistici. Chi ama le viste panoramiche può raggiungere la cima del Miguelete, la famosa torre campanaria, salendo 207 gradini.

La Lonja della Seda, borsa della seta, o Lonja de los Mercaderes, è uno dei più famosi monumenti appartenenti al gotico civile che si trovi in Europa e Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. La costruzione iniziò nel 1483 e si compone di quattro parti molto differenti. La Sala de Contratación, un grande spazio con otto colonne, è quello più famoso.

Altre visite obbligatorie della città sono il Mercato Centrale, gigantesca opera in stile modernista di oltre 8000 metri quadri di superficie costituita da colonne in ferro, piastrelle e vetrate, che contiene 259 punti vendita di cui il 94% sono di prodotti alimentari, quindi un’autentica mecca per gli amanti della cucina. La iglesia parroquial de San Nicolás de Bari y San Pedro, invece, è considerata la Cappella Sistina valenziana per il potente impatto della decorazione barocca e degli affreschi che contiene.

Il più grande evento annuale cittadino è Las Fallas de San José, una festa tradizionale celebrata in onore di San Giuseppe patrono dei falegnami e dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità per l’Unesco. Nel corso di una settimana centinaia di enormi pupazzi e installazioni sono allestiti e lasciati in mostra nelle vie e piazze della città per essere alla fine bruciati accompagnati dai fuochi d’artificio. È il periodo di maggior affluenza turistica e gli alberghi tendono a essere tutti esauriti.

Grazie alla sua posizione lungo la costa, Valencia è favorita da numerose spiagge. Quelle urbane distano pochi chilometri dal centro storico e sono attrezzate. A soli 10 chilometri si trova, invece, il parco naturale dell’Albufera, un meraviglioso ecosistema mediterraneo che raccoglie spiagge di dune selvagge con pinete, risaie e l’Albufera, uno sterminato lago di acqua dolce.

Per arrivarci non è necessaria la macchina, perché la zona è servita dai mezzi pubblici e si può visitare con un giro in barca organizzato o percorrendo i sentieri in mezzo alla natura. Qui si trova la playa de Pinedo, la più frequentata sia dal pubblico omosessuale sia da quello naturista. Più famoso e gay friendly, invece, è El Saler, un lungo arenile di sabbia fine più popolato dai bagnanti.

La prima volta che la Comunidad Valenciana si propose ufficialmente come meta accogliente per i viaggiatori e le viaggiatrici arcobaleno fu nel 2016, quando partecipò al padiglione LGBT presente al FITUR, la fiera internazionale del turismo di Madrid. Valencia è stata anche una delle prime metropoli spagnole ad avere una sindaca lesbica dichiarata, che governò la città dal 1991 al 2015.

Nel 2026 Valencia sarà la sede ufficiale dei Gay Games, evento multi-sportivo e culturale che si tiene ogni quattro anni, dopo aver vinto contro le candidature concorrenti di Monaco di Baviera e della città messicana di Guadalajara. Dal 27 maggio al 7 di giugno si attenderanno 12000 persone sportive che competeranno in 36 discipline diverse. L’impatto economico sulla città è calcolato intorno ai 135 milioni di euro.

Per finire ma non di certo per esaurire il racconto di quanto Valencia offre all’ampio ventaglio che costituisce il segmento del turismo LGBT, così diversificato oramai sia per età sia per orientamenti sessuali e/o identità ed espressioni di genere, l’Orgullo 2022 si terrà dal 24 al 26 giugno, mentre la lista dei locali di socialità e divertimento, come di solito capita, è a quasi esclusivo vantaggio della popolazione gay maschile.

La oltremodo pudica lista degli indirizzi di bar che troverete nel sito Visitvalencia.com a questo link, e solo scorrendo la pagina molto verso il basso, non comprende per esempio la Sauna Olímpic o i club di cruising come Tête-à-tête (fuori dal centro), Hòmens Sexbar, NuncaDigoNO e il locale bear Bubu Pub, questi ultimi due entrambi nel quartiere El Botànic. Suggeriamo comunque sempre una ricerca in rete per verificare cosa sia aperto, orari e indirizzi, e vi auguriamo un solare city-break o un soggiorno più lungo in una destinazione fuori dai classici e usuali giri LGBT della Spagna.