Grazie a una serie televisiva di enorme successo arriva al grande pubblico la vita audace di Anne Lister, donna libera e lesbica sicura di sé, proprietaria terriera, imprenditrice, viaggiatrice, che visse in Inghilterra in epoca pre-vittoriana. La traduzione italiana di una sua biografia svela i contenuti criptati di oltre venti volumi di eccezionali diari.
Il mio primo incontro con Anne Lister è avvenuto sulle pagine dell’antologia di letteratura lesbica Chloe plus Olivia, di Lillian Faderman, pubblicato nel 1994. Era il primo libro in cui mi imbattevo che tracciasse percorsi e corrispondenze in un territorio ancora così inesplorato e senza mappe da apparire piuttosto una serie di piccole oasi scollegate tra loro che non una regione oscurata della letteratura e del sentire.
Le prime pubblicazioni di parti di diari di Anne Lister “senza veli” risalgono soltanto agli anni ’80 del Novecento, e si devono alla studiosa Helena Whitbread, che si era casualmente imbattuta nelle pagine di questa sua straordinaria conterranea vissuta nella prima metà dell’Ottocento e ne era rimasta affascinata. Prima di allora, estratti dai monumentali diari di Lister erano stati sì divulgati, ma purgandoli da tutto ciò che riguardava l’aspetto più scandaloso – e centrale – della sua vita: la sua omosessualità.
Studiose e archiviste avevano lavorato a decifrare la sua grafia e decrittare le parti scritte in codice, quelle più intime e “sensibili”, ma senza risolversi a portare queste ultime a conoscenza del pubblico. La vera scoperta di Anne Lister è quindi piuttosto recente; subito dopo Whitbread, la storica Jill Liddington le ha dedicato tre volumi, nei quali la sua vita privata, sessuale e sentimentale viene inquadrata nel più ampio contesto del suo ruolo sociale di proprietaria terriera e imprenditrice. Ed è stata proprio la lettura di Liddington a ispirare la regista Sally Wainwright per quella che poi è diventata la serie televisiva Gentleman Jack – Nessuna mi ha mai detto di no, ora arrivata anche in Italia.
Anne Lister (1791-1840) è un personaggio senza precedenti, e quando la si incontra per la prima volta non si può non restarne colpite e forse perfino incredule. Chi era, questa piccola proprietaria terriera che, nell’Inghilterra pre-vittoriana, ai tempi di Jane Austen, annota nei suoi diari quante volte ha fatto sesso con la donna del momento e quanti orgasmi ha avuto? Come ha potuto parlare così apertamente di desiderio, corteggiamento e conquista di un buon numero di ragazze e donne, in un’epoca in cui le donne si presumevano non solo ignoranti del sesso, ma sprovviste d’impulsi sessuali?
Si veda il famoso “verdetto scozzese” del 1810, in cui due insegnanti accusate di avere rapporti sessuali tra loro furono scagionate dal tribunale perché, mentre per due uomini che vanno a letto insieme si “può spesso implicare una intenzione innaturale…due donne a letto insieme non danno adito a nessuna implicazione di questo genere. È nell’ordine della natura e della società … [che] se una donna abbraccia un’altra donna, non implica niente.”
Lister ci conferma che anche nella più puritana e repressa delle società e delle epoche, desiderio e sessualità esistono, e implicano un bel po’. Certo, anche lei non lo diceva ad alta voce, e non lo scriveva in alfabeto inglese. Si serviva, per queste notazioni, di un codice inventato da lei stessa, che comprendeva lettere greche, numeri e simboli vari, e le permetteva di registrare fedelmente anche le parti più scabrose delle sue giornate senza che nessuno potesse leggerle.
E in effetti nessuno le lesse, fino a oltre cinquant’anni dopo la sua morte quando un suo nipote appassionato di storia locale e attuale proprietario della casa avita che era stata l’orgoglio di Anne, si mise d’impegno insieme a un amico e decifrò il codice. Letta qualche pagina e capito di cosa si trattava, l’amico inorridito gli consigliò di dare tutto alle fiamme.
Per fortuna John Lister, il nipote (che probabilmente era lui stesso gay), non seguì il consiglio, ma nascose gli oltre venti volumi di diario dietro un tramezzo, dando così ai posteri la possibilità di ritrovarli e venire a conoscenza di questa donna eccezionale, travolgente e, ammettiamolo, tremenda.
Anne Lister era ambiziosa, oltre alle donne amava il denaro, i viaggi, i libri, il suo rango e la sua indipendenza; amava soprattutto l’azione, voleva mettersi alla prova, superare ostacoli (fu, tra l’altro, una delle prime alpiniste europee), apprendere, vedere il mondo (arrivò fino al Caucaso attraversando la Russia in carrozza e affrontando tempeste di neve, briganti e malattie tropicali – che finirono però per stroncarla, a 49 anni e a migliaia di chilometri da casa sua.)
Volitiva, non sopportava limiti alla sua libertà e alle sue imprese. Ma era anche intelligente, astuta e diplomatica, e fu proprio con queste armi che riuscì a farsi nominare da suo zio unica erede della proprietà di famiglia, in un’epoca in cui l’eredità passava quasi sempre di maschio in maschio e le donne, anche quelle ricche, erano di fatto sotto tutela dei parenti uomini.
E riuscì a “sposare” Ann Walker, la ricca ereditiera della tenuta a fianco, vincendone le resistenze: Ann, benché non avesse niente in contrario a far sesso con lei, non possedeva, infatti, la sua audacia nello sfidare la società provinciale di Halifax, la cittadina vicino a York dove entrambe vivevano, ma alla fine si lasciò convincere a trasferirsi a Shibden Hall, la magione avita dei Lister, e a convivere con Anne.
Ann Walker fu l’ultima conquista di Lister, ma l’elenco delle precedenti assume proporzioni degne del Don Giovanni di Mozart: non in Spagna, ma in Inghilterra, in Scozia e in Francia furono, se non proprio milletre, certamente un gran bel numero. Ma le prodezze di Anne Lister non sono solo erotiche. Fu imprenditrice, viaggiatrice, scalò montagne e fece scavare miniere, insomma fece di tutto per uscire dai parametri ristretti della femminilità del suo tempo, che sfidò anche con l’abbigliamento sui generis (un mix tra maschile e femminile, rigorosamente nero), la gestualità, i modi e il linguaggio.
Imperiosa, travolgente, egoista – ma anche estremamente affascinante per il ritratto di sé e della sua epoca che ci lascia nei diari, per il candore con cui si racconta, svelandoci le sue contraddizioni, astuzie e bugie, e perché pur essendo un’assoluta eccezione, ci conforta con il pensiero che sì, le donne libere e scatenate sono sempre esistite.
La vita di Anne Lister, per la prima volta raccolta in una biografia ricchissima di citazioni dai suoi diari e le sue lettere, si può oggi leggere anche in italiano nel volume Nessuna mi ha mai detto di no. Anne Lister e i suoi diari segreti, di Angela Steidele (Somara!Edizioni, 2020, con la traduzione della sottoscritta; una mia videopresentazione con le interviste sottotitolate ad Angela Steidele e a Jill Liddington qui).