È ancora tempo di festival: dall’Umbria di Narni alla Calabria di Castrovillari due appuntamenti da non mancare in occasione di una piacevole trasferta al Centro-Sud. Ci aspettano molte interessanti proposte che riflettono sul nostro presente, ideate da artisti che si sono spesso misurati con le tematiche LGBT.

foto: compagnia Anagoor – “Mephistopheles”

 

Lo speravamo. Resilienza e desiderio di ristabilire un contatto con il pubblico hanno fatto sì che le luci dei festival estivi, pur con uno slittamento di calendario, si siano riaccese in tutto il paese. Di alcuni abbiamo già dato conto e anche in questi giorni, pur con il sopraggiungere dell’autunno, sono in programma diverse rassegne teatrali, concentrate soprattutto al Centro-Sud. Desideriamo segnalarne un paio di alto profilo.                                    

Nella suggestiva cornice dell’Umbria festeggiamo il debutto di Narni Città Teatro (2-4 ottobre) che per la prima edizione ha scelto come sottotitolo “Volume I – Nascita”. La cura è affidata a Lunga Vita Festival e il direttore artistico Davide Sacco così lo presenta: “Oltre 20 eventi in 3 giorni, di cui la metà gratuiti, tutti con il filo comune della partecipazione sociale, per creare insieme una comunità teatrale, una proposta in cui si incontrano nuovi linguaggi della scena contemporanea, nuove tecnologie legate all’arte di cui ci auguriamo che il cittadino sia parte viva, vitale e integrante.”

 

Tante sono le location della città che ospiteranno gli spettacoli, dal teatro Comunale Manini alla piazza dei Priori, la Sala Consiliare e l’auditorium Bortolotti. All’Ala Deruta (ex Refettorio di Sant’ Agostino) l’evento più singolare: alle 6.30 del mattino di domenica 4 Moni Ovadia animerà Nascita, su progetto dello stesso Sacco. Da una favola nasce la magia del teatro, un rito collettivo che ha l’intento di coinvolgere tutti i partecipanti e uno scudo che protegga dall’incalzante barbarie. Bianco il dress code richiesto.

È nota la versatilità di Elio Germano che passa dal grande schermo (Volevo nascondermi, in cui veste i panni del pittore Ligabue) al palcoscenico, sempre lasciando il segno: l’ultima sua sfida è Segnale d’allarme – La mia battaglia VR: uno dei primi esperimenti in Europa di teatro in realtà virtuale attraverso la quale lo spettatore, per mezzo di speciali visori, è in grado di immergersi completamente nell’azione, sino a non distinguere più tra immaginario e reale. L’attore sembra improvvisare una sorta di comizio sulle storture e i mali della nostra società in preda alla corruzione e alla perdita dei valori: man mano il testo procede, i toni da pacati si fanno minacciosi e alla fine scopriamo che quelle infuocate parole provengono nientemeno che dal Mein Kampf di Adolf Hitler…   

Tutt’altra atmosfera si respira in Il primo miracolo di Gesù Bambino, tratto da Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame: a calarsi nei panni dell’affabulatore è il giovane Mathias Martelli, diretto da Eugenio Allegri, che del capolavoro fa una personale rivisitazione. Incredibile il fatto che proprio in Umbria, a Massa Martana, pochi giorni fa la pièce (scritta nel 1969 e rappresentata in tutto il mondo) sia stata censurata con la motivazione che offende la sensibilità cattolica, mentre probabilmente quella reale è la volontà di uniformarsi alla mission del nuovo presidente di regione, già scesa in campo contro il sacrosanto diritto all’aborto. Merito dunque a Narni di rispondere nel modo migliore a un atto di colossale scemenza.

Acquasanta

 

La trilogia degli occhiali è uno dei lavori recenti della regista Emma Dante, da sempre attenta alle problematiche della diversità anche nella sfera sessuale, ora sugli schermi con Le sorelle Macaluso, tratto da un altro suo testo di successo. Acquasanta è uno dei tasselli della Trilogia: protagonista del monologo è Carmine Maringola che diventa o’ Spicchiatu, un marinaio che da 15 anni non scende sulla terraferma: la volta che trova il coraggio di farlo, la nave salpa senza di lui, lasciandolo sperduto sul molo. Nella sua mente risuonano le voci dei compagni e del capitano: su tutto incombe il rumore del mare, l’unico con cui ora può parlare.     

Alessandro Serra, il cui Macbettu, originale rilettura del Macbeth scespiriano, ha raccolto una messe di premi, firma L’ombra della sera, ispirato all’opera dello sculture Alberto Giacometti con la danzatrice Chiara Michelini in scena. Luigi de Angelis, fondatore della compagnia Fanny e Alexander, cura invece la regia di Se questo è Levi, una reading-performance itinerante su progetto di Andrea Argentieri e drammaturgia di Chiara Lagani, incentrata sull’opera dello scrittore: il pubblico viene condotto in tre spazi differenti per altrettante tappe teatrali che illustrano Se questo è un uomo, Il sistema periodico e I sommersi e i salvati.

Daniele Fabbri

 

Non mancano i momenti per il divertimento intelligente con le stand up comedy di Giorgio Montanini e Daniele Fabbri, entrambi assai noti anche al pubblico televisivo: il primo, sfoderando la sua feroce ironia e il linguaggio “sciolto”, presenta Britney Spears-Covid 19 Version; il secondo, già esibitosi in inglese al Fringe Festival di Edimburgo, rivolge spesso i suoi strali contro il potere e le gerarchie ecclesiastiche nonché l’influenza, spesso deleteria, della religione sul concetto di moralità e discernimento tra bene e male, qui propone l’irriverente Fakeminismo, dove parla di donne viste da un uomo che vorrebbe cambiare il loro modo di esprimersi. A bilanciare questa forte presenza maschile c’è Precariaffettiva, la stand up di Chiara Becchimanzi che, senza filtri, racconta le generazioni della precarietà, intrecciata alle questioni sessuali, sentimentali e relazionali più spinose del nostro tempo.

Ci sono infine pregevoli concerti e una serie di progetti speciali il più curioso dei quali è Rapimenti: uno spettatore viene a turno prelevato da un uomo che lo fa salire sul suo furgone e insieme cominciano a vagabondare per Narni. Un’esperienza suggestiva e inaspettata che si trasforma in una riflessione sul tempo e sul valore che gli diamo, sul nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.                                                                                                        

www.lungavitafestival.com

In Calabria in questi giorni non è più tempo di alberi in fiore ma delle prime foglie che cadono: l’importante è che Primavera dei Teatri (8-14/10), una delle vetrine più significative della nuova drammaturgia italiana, diretta da Scena Verticale, abbia rispettato la scadenza annuale, celebrando la XXI° edizione a Castrovillari, città ai piedi del Pollino.

“Dicono che l’autunno sia una seconda primavera – commentano gli ideatori Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano – per questo abbiamo deciso, in un anno così particolare per il mondo dello spettacolo, di collocarci in ottobre, senza mai ipotizzare di saltare questo appuntamento. La pandemia ha aperto nuovi significati alla condizione di isolamento e ci ha resi più fragili. Ora è necessario tenersi per mano e attraversare insieme, confrontandoci, la porta del futuro.”         

 

L’intenso programma vede in 7 giorni la presenza di 20 compagnie, 7 prime nazionali, un’anteprima e inoltre performance, mise-en-espace e progetti internazionali, ospitati in luoghi all’aperto come il Castello Aragonese e il Chiostro del Protoconvento o al chiuso come il teatro Sybaris e l’Accademia dei Saperi e dei Sapori. Lo sguardo è rigorosamente puntato sul presente, per focalizzarsi su relazioni interpersonali, tecnologia e politica, senza dimenticare una sezione dedicata ai piccoli spettatori.    

Segnaliamo per ragioni di spazio solo alcune delle accattivanti proposte. Scritta, diretta e interpretata da Saverio La Ruina, Mario e Saleh (Chadli Aloui), racconta la vicenda di un occidentale cristiano e di un musulmano che, dopo un terremoto che li costretti ad abitare in una delle tende allestite per gli sfollati, si ritrovano a convivere: inevitabili contrasti, agnizioni e riconciliazioni. Il precario equilibrio viene messo a dura prova dagli avvenimenti esterni che hanno risonanze diverse su di loro, in uno spiazzamento continuo delle loro certezze.    

Dedicato all’emergenza ambientale è l’ultimo lavoro del drammaturgo Fabrizio Sinisi, La fine del mondo, per la regia di Claudio Autelli. che riflette sulla catastrofe climatica intrecciata a quella della vita privata dei protagonisti, due coppie di fratelli su cui gravano le ombre di problematiche vicende familiari. In scena Gabriele Cicirello, Alice Spisa, Anahi Traversi e Angelo Tronca.     

Mario e Saleh

 

La compagnia Eco di Fondo, che nella Sirenetta ha trattato con grande sensibilità la tematica LGBT, debutta con La notte di Antigone, scritto a quattro mani da Giacomo Ferraù (anche regista) e Giulia Viana, entrambi anche in scena insieme a Edoardo Barbone, Ilaria Longo e Enzo Curcurù. Si inizia dal personaggio della tragedia classica per raccontare le Antigoni di ogni epoca, donne che hanno perseguito verità e giustizia sfidando il sistema: un esempio a noi vicino è la figura di Ilaria Cucchi. 

Di orbita napoletana sono sia il regista Marcello Cotugno che il giovane autore Fabio Pisano. Il primo mette in scena un testo del tedesco Roland Schimmelpfennig, Peggy Pickit guarda il volto di Dio che, con scrittura sincopata, copre lo spazio temporale di un aperitivo consumato da due coppie di medici che hanno operato scelte di diva del tutto differenti. Del secondo, già Premio Hystrio per la drammaturgia, la sua compagnia Liberaimago presenta A.D.E., A.lcesti D.i E.uripide, rilettura del mito interpretata da Francesca Borriero, Roberto Ingenito e Raffaele Ausiello, con lo stesso Pisano alla regia.

Il Teatro delle Albe, uno dei più longevi ensemble della nuova scena, debutta con Madre, un poemetto scritto dal suo fondatore Marco Martinelli, frutto di un processo di creazione nato dall’incontro tra la pluripremiata attrice Ermanna Montanari, Stefano Ricci (sue le illustrazioni live) e Daniele Roccato (autore delle musiche per contrabbasso).

 

La fine del mondo

È stato Ivan Gonciarov con il suo Oblomov a ispirare la giovane compagnia Oyes che con una drammaturgia collettiva ha ideato un racconto a cinque voci sul tempo sospeso che abbiamo da poco vissuto durante l’emergenza sanitaria. In scena Martina De Santis, Francesca Gemma, Francesco Meola. Dario Merlini e Umberto Terruso.   

Il gruppo I Sacchi di Sabbia e l’attore Roberto Latini formano una nuova strana coppia: il loro Into Latino Roberti è una miniserie (qui la prima puntata) che prende spunto dai romanzi di fantascienza di Isac Asimov, alcuni diventati poi film di successo. Coniugando scrittura e performance, si torna a riflettere con ironia su questo particolare momento storico.                                

Eclettico artista, Paolo Mazzarelli si divide tra scrittura, recitazione e regia. In prima assoluta per Primavera dei Teatri rielabora Shakespeare sottoforma di monologo con musica in Soffiavento. Una navigazione solitaria in rotta verso Macbeth, dove un immaginario attore, Pippo Soffiavento, è costretto a gettare la maschera del suo personaggio e si trova a fare i conti col destino al pari del re scozzese, in una parabola che diventa riflessione sul teatro e sulla vita. 

 Due serate sono dedicate al Teatro delle Ariette e al loro Trent’anni di grano. Autobiografia di un campo, come sempre scritto da Paola Berselli e Stefano Pasquini (che spesso hanno gratificato gli spettatori con il loro pane preparato durante gli spettacoli) anche in scena insieme a Maurizio Ferraresi. Concepito a Matera lo scorso anno e ispirato ai pani del Mediterraneo, racconta la loro esperienza di vita tra i campi: il teatro diventa così indagine sul rapporto con la società nella quale viviamo.     

Peggy Pickit

 

Già premiati con il Leone d’Argento alla Biennale di Venezia, gli Anagoor festeggiano i primi 20 anni del loro percorso artistico e continuano l’originale esplorazione dei classici: dopo Virgilio brucia, Faust e la recente Orestea, ecco Mephistopheles, un viaggio per immagini scritto, diretto e montato da Simone Derai che ha raccolto i suoi video inediti, assemblandoli in una composizione in forma di concerto cum figuris, supportato dal live set elettronico di Marco Martinuz.       

 Molto attesa è la nuova creazione della Piccola Compagnia Dammacco, Spezzato è il cuore della bellezza, la vicenda di un triangolo amoroso che, attraverso immagini, umorismo e tragedia, offre agli spettatori uno sguardo sui tormenti dell’amore. Ideato, scritto e diretto da Mariano Dammacco, anche in scena con Serena Balivo ed Erica Galante. 

Ormai celebre per le invenzioni sceniche all’apparenza semplici ma assai raffinate e molto apprezzato anche dal nostro pubblico, il gruppo catalano Agrupaciòn Senor Serrano presenta l’ultima creazione, firmata dallo stesso Alex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal: The Mountain. La montagna come metafora che ripercorre la storia delle idee per interrogarsi sul mondo e sul concetto di verità.              

Completano il serrato cartellone una serie di eventi collaterali: ricordiamo l’installazione ALLA LUCE DEI FATTI DI LUCE – Opera di teatro/architettura in cinque atti simultanei di Giancarlo Cauteruccio, fondatore del glorioso Teatro Studio Krypton di Scandicci, e il progetto internazionale BeyondtheSud che allarga gli orizzonti del festival tra l’America Latina e l’area euro-mediterranea attraverso la presentazione dei lavori creati da giovani drammaturghi durante la pandemia.      

www.primaveradeiteatri.it