Ci sarà una marcia in Danimarca! Ad agosto 2021 la sua capitale ospiterà in contemporanea il WorldPride, gli EuroGames e non solo, ma già i prossimi mesi sono un’ottima occasione per una visita alla scoperta di una città strabiliante e accogliente proprio per tutt*.
foto di Thomas Høyrup Christensen cortesia di Copenhagen Media Center
È inutile girarci intorno, su noi gay una monarchia esercita sempre un fascino quasi irresistibile e la Danimarca vanta una delle case reali più antiche del mondo, con la regina Margrethe II che regna dal 1972, seconda donna sovrana dai tempi di Margrethe I sul trono dal 1375 al 1412.
Un viaggio nella sua capitale, soprattutto se programmato in autunno o in inverno se siete disposti a sopportare un po’ di freddo compensato da minore presenza turistica, vi permetterà di scoprire una destinazione che forse non avevate ancora pensato di visitare e che vi sorprenderà con il suo fascino nordico.
Se Copenhagen mescola tradizione e modernità ed è ricca di arte e cultura e vita LGBT come altre famose città europee, le sue prerogative specifiche sono la sua attenzione all’ecologia, che in 15 minuti di bicicletta raggiungete tutti i suoi punti più interessanti e, considerando anche la pressoché assenza di inquinamento acustico, che “dispensa serenità” per cercare di dare un senso veloce a hygge (si pronuncia all’incirca “hügge”), una parola basilare nella cultura danese che non ha una traduzione letterale in quanto esiste solo in questa lingua.
I suoi monumenti e le sue attrattive sono variegati considerando che si passa da Tivoli, il secondo luna park più antico del mondo in centro, al quartiere “anarchico-hippy” di Christiania nato negli anni ’70. Dal “diamante nero” incastonato tra le mura della Biblioteca Reale, uno degli edifici contemporanei più acclamati della Scandinavia, alle colorate strade di Nyhavn dove vissero il danese più famoso al mondo, lo scrittore di favole Hans Christian Andersen, e la pittrice Lili Ilse Elvenes meglio conosciuta come Lili Elbe.
Nata biologicamente uomo e di nome Einar Mogens Andreas Wegener, si dice che fu la prima persona nella storia a sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso e a essere identificata come donna transessuale. Il film The Danish Girl diretto da Tom Hooper ne ha raccontato in forma molto romanzata la vita e il rapporto con la moglie Gerda Wegener, anche lei pittrice.
In Italia disgraziatamente non è ancora arrivata la serie televisiva Gentleman Jack basata sulla vita di Anne Lister, una ricca e indipendente proprietaria terriera dell’Inghilterra dell’Ottocento che mise in crisi le rigide convenzioni sociali dell’era vittoriana. Nei suoi diari, cifrati in alcune parti, scriveva delle proprie relazioni omosessuali e per questo è considerata la “prima lesbica moderna”. Appassionata viaggiatrice nell’ottavo episodio giunge a Copenhagen, dove trova un luogo in cui la sua unicità è apprezzata e la fa risplendere piuttosto che creare fastidio o scandalo.
Per le famiglie arcobaleno con figli o figlie piccoli, invece, l’offerta aggiunge le storie dei vichinghi o della Sirenetta, simbolo della città, mentre in circa tre ore di treno o bus si arriva a Billund dove c’è il parco a tema Legoland che assicura divertimento a qualsiasi età. Gli iconici mattoncini Lego, il cui nome deriva dall’espressione danese leg godt ovvero “gioca bene”, sono nati qui.
Se la maniera migliore per girare la città è affittare una bicicletta e sfruttare i quasi 350 chilometri di piste ciclabili, le distanze del centro storico permettono di visitarla comodamente a piedi. Per visitare gli altri quartieri, invece, optate per la Copenhagen Card, un ottimo investimento perché comprende il trasporto pubblico in tutta la regione, l’accesso a più di 80 attrazioni e sconti presso numerosi negozi e luoghi di ristoro.
Un tour tra i canali, talmente puliti che ci si nuota liberamente, è imprescindibile. Potete scegliere tra gite guidate (verificate le opzioni proposte da Hey Captain) e barche GoBoat a energia solare e fatte in plastica riciclata che conducete voi. Se amate le visite accompagnate la nostra compatriota Elena Merli oltre che residente è una conoscitrice degli angoli più reconditi della città per scoprirne la vera essenza. Nel suo sito potete consultare i suoi giri sempre personalizzabili, anche a tema o con riferimenti LGBT .
Dalla sofisticata Frederiskberg alla trendy Vesterbro, da Strøget cuore antico del centro città ai canali di Christianshavn, tra palazzi reali e storici, giardini e musei e la possibilità di arrivare in battello dal porto fino alla città di Elsinore (o Helsingør) dove si trova il castello di Amleto, parafrasando il suo celebre dilemma la domanda da porsi è letteralmente “andare, dove andare?”
Deleghiamo il sito VisitCopenhagen o una buona guida turistica per la lista dettagliata di tutti punti d’interesse presenti, e vi proponiamo tre tematiche esperienziali (da sviluppare a piacimento) in base alle vostre passioni a base di design, cucina e, naturalmente, cultura arcobaleno. Per dormire vi suggeriamo il “rainbow people friendly” Absalon Hotel in Helgolandsgade 15, a due isolati a piedi dall’uscita ovest della stazione Centrale cui arrivate in 15 minuti di treno dall’aeroporto.
Purtroppo il Design Museum è chiuso per rinnovi fino all’inizio del 2022, ma se amate l’architettura contemporanea oltre al già citato Diamante Nero, estensione affacciata sul porto dell’edificio storico della Biblioteca Reale, sulla stessa riva il bar all’interno del teatro Skuespillehuset offre una bellissima vista. Il Danish Architecture Center organizza mostre per grandi e piccini, e Den Blå Planet (il pianeta blu) è l’acquario nazionale facilmente raggiungibile in metropolitana famoso per il suo edificio iconico dalle forme curvilinee ispirate da un vortice.
Anche Nordhavn è un’area urbana che di certo vi stimolerà. Si tratta, infatti, del più grande progetto di edilizia in Scandinavia dal quale sta nascendo un intero quartiere ecosostenibile. La sua scuola è l’edificio con più pannelli solari al mondo, mentre il tetto sopra Konditaget Lüders, un parcheggio per auto, ospita una palestra en plein air aperta a tutti gratuitamente. Aggiungiamo alla lista, per chi se lo può permettere economicamente, il cosiddetto Silo, un antico granaio trasformato negli appartamenti di lusso più esclusivi della nazione. L’ultimo piano è accessibile per un aperitivo o una cena con vista sull’’Øresund il canale che separa Danimarca e Svezia.
Con Amager Bakke, rinominata “CopenHill”, la super ambientale capitale offre al globo un esempio di tecnologia e architettura al servizio della comunità locale in grado di sviluppare un incredibile circolo virtuoso. L’edificio ha una doppia funzionalità per i cittadini: oltre a essere un inceneritore che prende i rifiuti della città e restituisce elettricità, riscaldamento e materie prime, è anche bello da vedere. Alto quasi 100 metri, è provvisto di una pista da sci in speciali setole di plastica (un’invenzione italiana) che permettono di praticare questo sport tutto l’anno, un sentiero di montagna che porta alla cima e la parete per arrampicate più alta del mondo.
Se pensate di convolare a breve in un’unione civile e desiderate rivedere il corredo, farà al caso vostro un giro di acquisti di porcellane blu e bianche al negozio ufficiale di Royal Copenhagen, dal 1911 in Amagertorv 6 in uno degli edifici rinascimentali più storici della città. La preziosa collezione “Flora Danica” fu originariamente concepita come dono per Caterina II di Russia nel 1790. Se siete a corto di budget c’è anche un outlet ufficiale a Frederiksberg in Søndre Fasanvej 9.
Illum Bolighus è il tempio dell’arredamento per la casa dai mobili, all’illuminazione all’oggettistica. La sede principale della catena di grandi magazzini Magasin du Nord in Kongens Nytorv 13 è da vedere per la maestosa facciata. Dato che la Danimarca è praticamente paperless, vale a dire che si paga qualsiasi cosa per quanto di piccolo importo con il bancomat o la carta di credito, evitate di cambiare gli euro in corone.
Per noi che viviamo in Italia e mangiamo regolarmente a base di “dieta mediterranea” concetti come attenzione al prodotto locale e alla qualità delle materie prime sembrano scontati, ma in Nord Europa negli anni ’90 del secolo scorso la popolazione media consumava vegetali importati o comprava cibi industriali da cucinare nel forno a microonde.
All’inizio degli anni 2000 però il “New Nordic Kitchen Manifesto” cambiò il volto della gastronomia. Gli chef provenienti dai paesi nordici dichiararono la propria specificità culinaria territoriale con la volontà di portare la loro tradizione e ingredienti locali e poveri (alghe, licheni, carne di renna, bacche ecc.) nell’alta cucina internazionale. Iniziò così una rivoluzione del gusto che porterà il turismo enogastronomico verso quelle latitudini.
A Copenhagen nel 2003 apre il ristorante Noma, parola composta dai due termini danesi nordisk (nordico) e mad (cibo) che negli anni 2010, 2011, 2012 e 2014 sarà eletto come miglior ristorante del mondo. Bisogna prenotare un tavolo con mesi di anticipo, perciò nell’attesa si può soddisfare lo stomaco con un grande classico della gastronomia danese: lo smørrebrød, un sandwich aperto di scuro pane di segale spalmato con un velo di burro e condito in maniera flessibile con carne o pesce, salumi, formaggio e poi decorato con verdure affettate, uova sode, maionese…
Nell’area portuale fuori dal centro storico, ma anche per questo con un’aria locale più marcata, Reffen è un urban playground costruito con materiali di recupero e mix tra mercato all’aperto di cibo biologico da strada (il più grande d’Europa), botteghe creative e progetti innovativi. Vi consigliamo di raggiungerlo in bicicletta o con uno dei nuovi battelli gialli rigorosamente elettrici del porto di Copenaghen.
Peculiare anche Kødbyen, l’ex area della macellazione delle carni in stile funzionalista degli anni ’30 con i suoi ristoranti, discoteche, caffè e gallerie d’arte. Se amate la tradizione Skindbuksen è uno dei ristoranti più antichi della città. La pasticceria da colazione danese meriterebbe un articolo a parte per quanto è sublime. Oltre alle normali panetterie se trovate il tempo per andare fino a Hart Bageri in Gammel Kongevej 10 di sicuro ci ringrazierete della dritta.
La Danimarca fu il primo paese al mondo a rimuovere unilateralmente l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nel 1981 (l’Organizzazione mondiale della sanità lo farà solo nel 1990). Nel 1989 ci sarà un altro primato con il riconoscimento legale delle unioni civili omosessuali (nel 2012 la legge sarà sostituita con il matrimonio egualitario). Nel 1929 il paese aveva adottato una delle primissime normative sul diritto al cambio di genere per le persone transessuali. Di lato al palazzo del municipio sulla piccola Regnbueplasdsen svetta su un pennone la prima bandiera arcobaleno permanente del pianeta… Meglio non aggiungere altro per evitarsi un attacco di mal di fegato se facciamo un confronto con l’Italia.
Come citato prima il danese più famoso quasi certamente è Hans Cristian Andersen, che nacque nella città di Odense e la cui tomba si trova al cimitero Assistens nel quartiere multietnico di Nørrebro. Qui la gente ci va serenamente anche per passeggiare, fare il picnic o persino prendere il sole.
Dalle sue lettere traspare che Andersen era sicuramente attratto dagli uomini ma era omosessuale o presentava una disforia di genere? La questione è dibattuta ma la favola del brutto anatroccolo di certo non parla solo di un uovo che si è perso per strada, quanto è la sublimazione di un’identità reietta che trova una ragione d’essere e la felicità tra i cigni uguali a lui. Dimenticatevi anche la versione di Walt Disney, perché Den lille havfrue, la Sirenetta, è considerata la traslazione di una tragica lettera d’amore all’amico Edvard Collin che rimase disgustato dalla dichiarazione che gli fece lo scrittore quando seppe che si stava per fidanzare con una ragazza.
Il film hollywoodiano del 1952 Il favoloso Andersen diretto da Charles Vidor con Danny Kaye nei panni dello scrittore naturalmente lo presenta al pubblico in salsa “etero”. Una delle canzoni più famose della pellicola è Wonderful Copenhagen che l’impareggiabile Paolo Poli interpreterà negli anni ’70 alla televisione italiana in salsa meravigliosamente camp, giusta compensazione. Ad Assitens è presente inoltre la sepoltura di Axel e Eigil Axgil, militanti LGBT e prima coppia gay a unirsi civilmente nella storia.
Il divertimento notturno gay si concentra nelle strade circostanti il vecchio Quartiere latino, che deve il suo nome all’antica università di Copenaghen fondata nel 1479, per cui anticamente per le strade si parlava esclusivamente la lingua dei nostri avi. Centralhjørnet dichiara di essere il più antico bar gay del mondo e festeggiò i 100 anni di attività nel 2017. Il discobar lesbico Vela è in Viktoriagade 2-4. Trovate una lista degli indirizzi LGBT della città qui.
“Copenhagen 2021” è la sfaccettata manifestazione che dal 12 al 22 agosto del prossimo anno celebrerà la diversità, l’inclusione e l’eguaglianza ma anche arte e cultura LGBT, sport e diritti umani. Per la prima volta il WorldPride e gli EuroGames si terranno in contemporanea, divisi come sedi degli eventi tra Copenhagen e la città svedese di Malmö che si trova giusto dirimpetto allo stretto di Øresund e che si raggiunge attraverso un ponte in mezz’ora di treno.
Covid-19 permettendo (teniamo le dita incrociate ma sono previsti piani d’emergenza), ci si aspetta l’arrivo di 750.000 partecipanti alla parata e di 6000 atleti da 24 paesi che gareggeranno in 29 competizioni diverse che comprenderanno per la prima volta gli sport virtuali in videogioco. Vi presenteremo in dettaglio in un prossimo articolo i “quattro pilastri” dell’evento, perché i programmi sono in via di compilazione definitiva. Nel frattempo potete ascoltare il discorso che la madrina ufficiale, la principessa della corona Mary di Danimarca moglie del futuro re Frederick, ha tenuto al Global Pride 2020.
In qualsiasi momento dell’anno decideste di partire lasciate a casa l’ombrello e portatevi una robusta giacca impermeabile con cappuccio perché il vento può essere molto forte. A parte questo sentitevi liber* di essere voi stess* in una delle capitali che nel mondo dà in assoluto il maggiore e più sincero sostegno alla nostra comunità.