PRIDE il mensile gay italiano nel giugno 2005 sponsorizzò la prima raccolta di canzoni a tematica LGBT della storia della musica italiana, nata “dalla collaborazione, assolutamente improbabile, fra due gay dichiarati e due eterosessuali non pentiti”. La compilation, completamente riammodernata, è stata ora pubblicata online per ridarci la possibilità di vivere l’orgoglio sulle sette note.
Sembra ieri, eppure sono già passati 15 anni. Nel 2005 Giovanni Dall’Orto, allora direttore della rivista PRIDE condividendo un’idea di Francesco Belais, uno dei collaboratori per gli articoli di musica, si attivò per realizzare la prima PRIDE compilation con autori e cantanti tutti italiani cui stava a cuore la tematica arcobaleno.
Il progetto prese concretamente vita grazie al DJ e produttore Andrea K (“il DJ etero più amato dai gay”) che aveva contatti con Fresca records, una casa discografica decisamente coraggiosa per i tempi disposta a realizzare e distribuire nei negozi il CD. Si unì alla squadra il musicista Daniele Caldarini cui fu assegnato il compito di rifare le basi musicali. A quel tempo l’unica piattaforma per l’acquisto di musica digitale in rete era iTunes di Apple, sorta qualche anno prima, mentre le piattaforme di streaming erano molto al di là da venire.
Nel gruppo degli e delle audaci interpreti ci sono Ivan Cattaneo e Aida Cooper, il cantante lirico Carlo Cantoni, ma anche personaggi radiotelevisivi come Platinette o teatrali come Alessandro Fullin, che si cimentarono nel proporre brani già famosi o talvolta inediti uniti dalla qualità di musica o testo e dal fatto che non davano un’immagine negativa o totalmente infelice dell’omosessualità, tranne forse per la tormentata Quel che si dice di Charles Aznavour.
Tra le canzoni nuove Pride Is Pride di Ivan Cattaneo, omaggio all’orgoglio gay attraverso gli slogan delle manifestazioni del 28 giugno, o L’invasione delle checche di Fullin mettevano in luce un immaginario fino ad allora poco conosciuto in Italia, se non per via di episodi sporadici e altrettanto emblematici come fu quello di Alfredo Cohen, tra i primi attivisti del Fuori! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), con il suo album Come barchette dentro un tram del lontano 1977. Cohen in seguito scrisse il brano Valery dedicato alla transessuale Valérie Tacchelli, che Franco Battiato e Giusto Pio trasformeranno nella celebre Alexanderplatz cantata da Milva.
Questo manipolo di artisti si radunò nello studio di Andrea K per registrare ciò che, di fatto, è rimasta a oggi l’unica compilation italiana a tematica LGBT su CD. A lunga distanza da allora Andrea K ha rispolverato e rimesso mano ai vecchi master, ha riadattato alcuni suoni rendendoli più attuali e ha reso disponibile sulle maggiori piattaforme odierne di streaming quella raccolta (dovendo togliere due brani che non erano stati registrati nel suo studio: quelli di Dario Gay e di Genny Random, N.d.R.). Così il progetto rinasce a nuova vita come PRIDE COMPILATION REWORK, dando la possibilità anche alle nuove generazioni di scoprire quanta passione e quanta militanza furono allora eccezionali.
Accanto al già citato Pride Is Pride Ivan Cattaneo, primo cantante italiano dichiaratamente gay, propone una nuova versione del suo sempreverde Polisex, mentre Aida Cooper si cimenta con Hey Bionda di Gianna Nannini e Io e Maria di Paola Turci. Sicuramente curiosi sono i due brani di Gianni Bella Il patto e Lady anima, vocalizzate rispettivamente dal debuttante Leandro e da J.D.Vine, cantante rock già collaboratore alle produzioni discografiche di Andrea K.
Rimane tuttora emblematica L’elefante gay, qui resa da Platinette, ammessa al concorso Ambrogino d’oro del 1984 (trasmesso su RAI 2 in diretta dal Palalido di Milano), tuttora prima e unica canzone italiana per un pubblico infantile a tematica LGBT. Arrivò quarta in classifica e la cantava Erika Mannelli, una bambina di soli 7 anni. Giovanni Dall’Orto in merito ha scritto: “Nelle mani di Platinette, questo capolavoro del camp diverrà una terribile arma di distrazione di massa… col serio pericolo che il motivetto impazzi per tutte le discoteche italiane. Fermate Platinette, prima che sia troppo tardi… per un after hour!”.
Platinette è presente nel disco anche come Mario Coruzzi nell’interpretazione di Ti ricordo ancora, secondo episodio nella carriera di Fabio Concato – datato 1984 e memoria di un amore infantile con un compagno di scuola – in cui il cantautore milanese si dedica alla tematica gay; il primo fu Vito qualche anno prima.
La bonus track di quella compilation era 6 Sei, brano di Garbo reinterpretato da Genny Random, ex drag queen tra le più note della scena LGBT italiana anni ’90, che adesso vive e lavora a Londra dove svolge l’attività di producer discografico. Il brano in realtà è stato ripubblicato recentemente nei principali digital store in due versioni, quella già conosciuta e l’altra ricantata in inglese, per un progetto più ampio legato alla partecipazione di Genny Random al London Pride 2020. Nel videoclip una ragazza transgender gioca con la telecamera del cellulare filtrando la reale immagine di tutti i giorni e ponendoci il quesito: “Io potrei non sapere chi sono, ma tu chi sei?”
“Con la Pride compilation – scrisse Giovanni Dall’Orto nel libretto del CD – noi scommettiamo sul fatto che il mercato italiano sia maturo per iniziare a proporre, come già accade da anni all’estero, belle canzoni ben cantate, che tutti possano godere anche se parlano, fra le altre cose, anche di amori gay. (…) La musica non ha sesso, o tendenza sessuale. Non esistono note gay, o note eterosessuali. Esiste solo la musica, che è per tutti. Quindi, anche per le persone gay. Ed esistono testi, che possono raccontare storie diverse, ma ricordando sempre che l’esperienza dell’amore, della sofferenza, della morte, della gioia, anziché dividere noi esseri umani, ci rende tutti uguali. E allora tiriamole fuori queste parole diverse, senza vergognarci, senza continuare a trasformare in Maria il nostro ragazzo Mario, o in Luca la nostra ragazza Lucia. Come è stato fatto fino ad oggi, da centinaia di cantanti”.
Nel 2005 la Spagna aveva appena approvato il matrimonio egualitario e Tiziano Ferro aveva solo 15 anni. Nel 2020 in Italia abbiamo la legge Cirinnà sulle unioni civili, ma i pride sono virtuali in tutto il mondo a causa del virus Covid-19. La buona musica, anche quella “LGBT”, per fortuna non conosce confini o limiti di spazio o tempo.