L’apertura di un nuovo albergo di lusso in Giappone non è di per sé una notizia particolarmente rilevante, ma essere il primo al mondo a usare immagini di quattro autentiche coppie LGBT per promuovere i propri pacchetti di cerimonia matrimoniale lo rende un pioniere e un autentico alleato della comunità arcobaleno.

  

Ha aperto a fine gennaio nel pieno centro della città The Thousand Kyoto, un nome che riflette la bellezza di quella che fu la capitale del Giappone per più di un millennio, tra il 794 e il 1868. Questo fiammante hotel di 222 stanze unisce il massimo del comfort con l’essenzialità del minimalismo nipponico, dove tutto sembra semplice ma in realtà cela uno studio attentissimo.

Per esempio il logo incorpora un cerchio in più rispetto al simbolo dell’infinito, che così non solo richiama il numero 1000 ma anche un mizuhiki, un nodo tradizionale inizialmente usato come decorazione per offrire i doni alla corte imperiale, e che simboleggia l’impegno e la connessione dell’albergo con i propri ospiti.

Tra i vari servizi offerti, oltre a due ristoranti e una palestra con SPA, è disponibile una wedding chapel per celebrare cerimonie nuziali anche tra persone dello stesso sesso, pur se in Giappone in questo momento non sono riconosciuti né il matrimonio egualitario né le unioni civili a livello nazionale. Il paese del Sol Levante è l’unica nazione del cosiddetto gruppo G7 a essere rimasto indietro sul tema, anche se un sondaggio a gennaio scorso ha rilevato che quasi l’80% dei giapponesi di età compresa tra i 20 e i 59 anni sostiene la legalizzazione dell’amore omosessuale.

Come azione di protesta per sollevare il problema in una società ancora molto tradizionalista, dove il dibattito LGBT resta molto ai margini, lo scorso febbraio, simbolicamente nel giorno di San Valentino, 13 coppie (5 lesbiche e 6 gay) per la prima volta hanno sfidato il governo con un’azione legale che fa riferimento alla Costituzione chiedendo un risarcimento di 1 milione di yen a testa (circa 8000 euro al cambio attuale). Nel ricorso si denuncia la violazione del diritto di uguaglianza perché in Giappone i matrimoni omosessuali sono vietati.

Le cause in tribunale cercheranno i danni ma le coppie e i loro avvocati dicono che in definitiva sperano di forzare un cambiamento nella legge: “Quello che vogliamo davvero è una sentenza della corte che dice che il mancato riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso è incostituzionale”.

Il Primo ministro conservatore Shinzô Abe ha fatto finta di niente, malgrado sua moglie Akie nel 2014 abbia partecipato al Tokyo Rainbow Pride, la parata annuale per i diritti delle persone LGBT, su un carro accanto a una drag queen, salutando i tremila partecipanti e scrivendo su Twitter “Voglio aiutare a costruire una società dove tutti possono avere una vita felice, senza discriminazione.

Storicamente il Giappone era largamente tollerante nei confronti dell’omosessualità, con casi documentati di guerrieri samurai durante i periodi feudali che avevano amanti maschi. Le relazioni omosessuali sono state addirittura rappresentate nell’arte tradizionale, come le stampe xilografiche ukiyo-e e in opere letterarie.

Man mano però che la nazione si industrializzava e si modernizzava dalla fine del XIX secolo, i pregiudizi occidentali contro l’omosessualità venivano sempre più adottati. Nel 2018 il partito al governo è stato messo sotto accusa dopo che uno dei suoi legislatori ha affermato che la comunità LGBT era “improduttiva” perché “non può avere figli”.

Perché programmare un viaggio a Kyoto? La risposta più semplice e diretta è “perché Kyoto è considerata la Firenze d’Oriente”, e le meraviglie artistiche che conserva come culla della cultura tradizionale nipponica in contrasto con l’ultramoderna metropoli di Tokyo, vi lasceranno senza parole.

Ci sono più di duemila tra templi shintoisti e buddisti e a meno di un’ora di treno arrivate a Nara, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, e al santuario Fushimi Inari Taisha, famoso per il singolare tunnel costruito con migliaia di porte torii di color rosso acceso che conduce nella foresta e fino alla cima del monte Inari, un luogo davvero magico e unico nel suo genere.

Per vivere inoltre esperienze davvero esclusive, poco ricercate dal turismo di massa come visite ai templi storici con un architetto restauratore, a una distilleria di sake, a un giardino giapponese con un giardiniere o incontrare gli artigiani che dipingono a mano kimono di lusso e non solo, potete contattare l’agenzia Miyako Lab Co., Ltd.

Il tour operator di proprietà gay Out Asia Travel di Tokyo, con un ufficio a Milano (europe@outasiatravel.com), è in grado di organizzare ogni tipo di viaggio: dalle spiagge tropicali di Okinawa alle settimane bianche in Hokkaido, con pernottamenti in alberghi moderni o tradizionali certificati LGBT friendly e per ogni tipo di spesa.

Nihon e yôkoso, benvenuti in Giappone.