I libri sono la nostra memoria, il nostro lascito alle future generazioni arcobaleno e l’eredità di chi ci ha preceduto. Un tesoro inestimabile ma di difficoltosa produzione e distribuzione, a meno che non si abbia un’autentica passione per la testardaggine LGBT.
I libri, siano essi di carta o ebook, restano fondamentali nel raccontarci parti di noi e della nostra storia che altrimenti potremmo non conoscere mai. I libri sono passione, avventura, orizzonti che si spalancano – e noi che ai libri dedichiamo amore e attenzione andiamo avanti con entusiasmo anche controcorrente, anzi soprattutto controcorrente, nel lavorare e proporre i libri in cui crediamo.
È così che nasce l’idea di Biografie Ribelli – Storie di donne, di libertà e di scrittura, quattro testi – come definirli? Alternativi, marginali, outsider?… come preferite – assai poco ufficiali nel panorama della cultura e dell’editoria italiana, quattro incontri nella cornice settecentesca del Circolo dei Lettori di Torino, un bel contrasto che può far sorridere, tra contenuti scomodi ma ricchi di senso e sedie imbottite, a volte non meno scomode…
Questo ciclo, o mini-ciclo – appena quattro incontri – per me si situa in stretta continuità con tanti altri incontri e presentazioni fatte in ogni genere di locale, librerie, circoli, associazioni, per portare i “nostri” libri al loro pubblico. È questo lo spirito in cui l’ho proposto – con la sponsorizzazione di due gruppi cittadini, il Circolo Maurice e la Galleria delle donne Sofonisba Anguissola – raccogliendo quattro pubblicazioni recenti di editori piccoli o piccolissimi, indipendenti, ognuna delle quali ha per me un significato grande e particolare, e tutte insieme compongono un quadro coerente, se pure variegato: spaziando in vari generi, poesia narrativa saggistica e biografia, raccontano storie di donne in lotta, alla ricerca di una loro libertà personale ma anche politica e artistica. Storie che ci portano qualcosa di nuovo, di scottante, di coinvolgente, che ci mettono di fronte a contraddizioni che non pretendiamo di risolvere facilmente, che ci fanno riflettere sulla complessità della nostra condizione e delle nostre lotte. Si tratta di quattro testi, infine, in cui il rapporto tra scrittura e vissuto è determinante, da qui il titolo di Biografie.
Il primo incontro è stato la sera di venerdì 18 gennaio; un pubblico numeroso (così numeroso che qualcuno non è riuscito a entrare in sala, e me ne scuso) ha partecipato alla presentazione di D’amore e di lotta, poesie scelte di Audre Lorde, ed. Le Lettere. A dare voce ai potenti versi di Lorde insieme a me e a Ellise Fuchs, che leggeva in inglese, c’erano Anna Zani e Maria Micaela Coppola (che fanno parte del gruppo WIT, Women In Translation, sette traduttrici unite dall’amore per la poeta americana; le altre sono Maria Grazia “Migi” Pecoraro, Loredana Magazzeni, Maria Luisa Vezzali, Grazia Dicanio, che ha firmato la traduzione di Zami, la biomitografia di Lorde, e la sottoscritta.) È stato un bellissimo momento, di partecipazione attenta e commossa, come del resto sta accadendo un po’ in tutta Italia con le presentazioni di queste poesie, un lavoro corale per una voce che si è levata con forza in tante battaglie contro le oppressioni e le discriminazioni, e che ha saputo intrecciare le storie del proprio vissuto personale con le voci collettive dei movimenti femminista, nero, LGBT. Un esordio perfetto.
Gli altri incontri riguarderanno: il romanzo Il paese di calce, di Bibi Tomasi, edito da Il Dito e La Luna (1 febbraio), un’appassionante e poetica storia d’amore tra due giovani donne nella Sicilia del 1944-45, scritta in un linguaggio luminoso e vibrante, una narrazione autobiografica che è il primo vero romanzo lesbico italiano. Cominciato negli anni ’50 e più volte rielaborato, Il paese di calce è il romanzo di una vita, la storia forte, tragica e illuminante della scoperta di sé in una passione ingenua e totale e nella lotta contro i grandi poteri di sempre (la famiglia patriarcale, la mafia, la polizia) decisi a stroncare ogni forma di libertà.
Insieme alle altre due curatrici, Pat Carra e Piera Bosotti, parleremo di Bibi Tomasi, scrittrice, giornalista, femminista e umorista, e dell’emozione di lavorare su materiale d’archivio per riscoprire tesori perduti.
Seguirà (il 1 marzo) Valerie Solanas – Vita ribelle della donna che ha scritto SCUM (e sparato a Andy Warhol) di Breanne Fahs, sempre per Il Dito e La Luna, prima e unica biografia della famigerata autrice di SCUM, personaggio sulfureo quanto stimolante, ancora capace di sorprenderci, scandalizzarci, divertirci e soprattutto farci pensare. Chi era Valerie Solanas? Pazzoide o genio? Lesbica o asessuale? Provocatrice politica o criminale comune? Quel che è certo è che questa impresentabile non-femminista ha scritto il documento più radicale e controverso del femminismo degli anni ’60, che ancora oggi mantiene intatto il suo fascino provocatorio. Frequentatrice della Factory di Andy Warhol e del mondo della controcultura newyorchese, vagabonda, fuorilegge del sesso e della società, oggetto di amore e discordia fra le femministe, vittima della psichiatria istituzionale, Solanas rivive in questa biografia in tutta la sua intelligenza spietata e nella sua lucida ed eroica follia. A parlarne con me ci sarà Beatrice Dorigo, libraia eccellente, e ad animare le parole di Valerie interverrà, in video, l’attrice Greta Marzano.
E infine, il 5 aprile, Donne della Rive Gauche, di Shari Benstock, prima edizione italiana di un testo fondamentale del 1986 nel quale sono raccontate le vite delle donne che popolarono la Parigi della prima metà del ‘900, dando vita a un fermento culturale senza eguali. Con questo libro scopriamo che quella che è stata definita l’“era di Pound”, o la “generazione di Auden”, è stata in verità l’era e la generazione anche e soprattutto di donne americane, francesi, inglesi che tra il 1900 e il 1940 abitarono a Parigi. Si chiamavano Gertrude Stein, Djuna Barnes, Natalie Barney, Sylvia Beach, Colette, e tante altre: donne che hanno scritto, vissuto e amato a modo loro, reclamando la loro libertà e aprendo strade d’indipendenza per tutte le altre. Questo libro, ricchissimo dal punto di vista informativo e critico, è una straordinaria biografia di gruppo, in cui ogni personaggio è protagonista ma anche parte di una costellazione che ha fatto di Parigi in quel periodo una vera e propria ‘città delle donne’.
Il libro è pubblicato da Somara Edizioni, un coraggioso gruppo di donne che ha deciso di lanciarsi nell’avventura editoriale; a parlarne con me ci sarà una di loro, Stefania Guglielmi, mentre le immagini di Paris Was a Woman di Greta Schiller ci mostreranno i volti delle ‘donne della Rive Gauche.’
Il Dito e La Luna e Somara Edizioni sono piccolissime editrici, che vanno incontro al destino delle imprese di questo genere: distribuzione difficoltosa, visibilità quasi nulla, bilancio – meglio non parlarne. E perché allora persistono, persistiamo? Perché, ammettiamolo, questo lavoro-non-lavoro (nel senso che per vivere bisogna farne un altro) è un piacere ineguagliabile, l’amore per i libri belli è la nostra dolce malattia, e speriamo di contagiarla a quanti più lettori possibile.
Riassumo qui le date dei prossimi incontri, sempre di venerdì, sempre alle 21: 1 febbraio, Il Paese di Calce di Bibi Tomasi; 1 marzo Valerie Solanas, di Breanne Fahs; 5 aprile Le donne della Rive Gauche di Shari Benstock.